Ci eravamo già stati nel 2018, al Bunker del Monte Soratte, ma ci siamo tornati sia perché ci sono molti nuovo soci, sia perché tornarci è un piacere anche per chi ci è già stato.
Il Monte Soratte è quel monte che, nelle giornate abbastanza limpide, si vede a nord di Roma; non è molto alto, meno di 700 metri, ma lo sembra perché intorno non ce ne sono altri.

La costruzione del bunker iniziò nel 1937, ma fu interrotta nel 1943 per lo scoppio della guerra. E nel ’44 vi si stabilirono i tedeschi, che furono bombardati il 12 maggio: ma il bunker resistette, ci fu solo qualche crollo di qualche controsoffitto.
Quando i tedeschi se ne andarono, non senza averlo incendiato, rimase abbandonato fino al 1967, quando si pensò di fare al suo interno un rifugio antiatomico, parzialmente realizzato fino allo stop del 1972.
Finalmente, dopo usi sporadici per esercitazioni NATO e progetti di uso del governo italiano mai realizzati, alcuni anni fa divenne proprietà del Comune di Sant’Oreste che lo ha reso visitabile grazie all’Associazione Bunker Soratte.

Prima della visita, il pranzo all’Agriturismo Panta Rei.








Ci spostiamo al bunker

















E finalmente entriamo nel bunker. La guida ci fa una introduzione prima di iniziare la visita all’interno.



La stortina








Si passa nella zona del rifugio antiatomico. Isolato, oltre che da metri di cemento, da uno strato di polietilene, per bloccare l’acqua contaminata che filtrerebbe dalla montagna.



per la parte non terminata




E ora, alle sale di controllo.










Nelle gallerie verso l’uscita ci sono alcuni oggetti a alcune ricostrizioni di scene.



con il suo piccolo motore a due tempi




I corridoi sono ampi, non è un posto claustrofobico

“un bel tacer non fu mai scritto”,
ma di sicuro ha fatto bene a scriverlo





Serviva a cifrare e decifrare messaggi in codice.



